Riassunzione Prosecuzione del Contratto e Diritti dei Lavoratori nel Contratto di Lavoro a Termine

Post on 29 Dicembre 2015
by Avv. Nicola Ferrante

Il rapporto a termine può continuare oltre la scadenza del contratto, inizialmente concordata fra le parti (o successivamente prorogata). Entro certi limiti, tale continuazione dà luogo ad un diritto ad una maggiorazione retributiva in favore del lavoratore. In particolare, il datore di lavoro ha l’obbligo di versare una maggiorazione della retribuzione per ogni giorno di continuazione del rapporto pari al venti per cento fino al decimo giorno successivo, al quaranta per cento per ciascun giorno ulteriore. Se il rapporto di lavoro continua oltre il trentesimo giorno in caso di contratto di durata inferiore a sei mesi, ovvero oltre il cinquantesimo giorno negli altri casi, il contratto si considera a tempo indeterminato dalla scadenza dei predetti termini.

Nel momento in cui il contratto a termine scade, è possibile che intercorra una proroga del contratto, con l’accordo delle parti e nei limiti menzionati dalla legge.

E’ inoltre possibile che il lavoratore venga riassunto a termine, ma è necessario rispettare dei precisi termini, infatti se la riassunzione avviene entro un periodo di dieci giorni dalla data di scadenza di un contratto di durata fino a sei mesi, ovvero venti giorni dalla data di scadenza di un contratto di durata superiore ai sei mesi, il secondo contratto si considera a tempo indeterminato. Quando si tratta di due assunzioni successive a termine, intendendosi per tali quelle effettuate senza alcuna soluzione di continuità, il rapporto di lavoro si considera a tempo indeterminato dalla data di stipulazione del primo contratto. Tali disposizioni sulla riassunzione non trovano applicazione nei confronti dei lavoratori impiegati nelle attività stagionali indicate dalla legge, nonché in relazione alle ipotesi individuate dai contratti collettivi, anche aziendali, senza peró specificare, come invece era indicato nella precedente disciplina, la necessitá che essi vengano stipulati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.

Per quanto riguarda le condizioni del contratto a termine, la legge stabilisce che il trattamento economico-normativo del lavoratore a tempo determinato debba rispettare il principio di parità di trattamento fra lavoratori a termine e lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato. In particolare, la legge stabilisce che al lavoratore a termine spetti il trattamento economico e normativo in atto nell´impresa per i lavoratori con contratto a tempo indeterminato comparabili, intendendosi per tali qulli inquadrati nello stesso livello in forza dei criteri di classificazione stabiliti dalla contrattazione collettiva, ed in proporzione al periodo lavorativo prestato sempre che non sia obiettivamente incompatibile con la natura del contratto a termine. In caso di violazione di queste disposizioni, il datore é punito al pagamento di una sanzione amministrativa di importo da 25,82 a 154,94 euro. Tale sanzione diviene da 154,94 a 1.032,91 euro nel caso in cui la violazione si riferisca a piú di cinque lavoratori.

Per quanto riguarda gli aspetti formativi, i contratti collettivi (non piú solo “nazionali”) possono prevedere modalità e strumenti diretti ad agevolare l'accesso dei lavoratori a tempo determinato ad opportunità di formazione adeguata, per aumentarne la qualificazione, promuoverne la carriera e migliorarne la mobilità occupazionale. E’ pur vero, d’altra parte, che la legge non prevede delle sanzioni specifiche in caso di violazione di tali obblighi, seppur non possa escludersi un’azione in tal senso.

Il D.lgs. n. 81/2015 stabilisce inoltre un diritto di precedenza in favore del lavoratore a termine rispetto alle nuove assunzioni. Tale diritto è stabilito sia in favore di tutti i lavoratori a termine, non solo dei lavoratori stagionali.

Per esercitare tale diritto è necessario che il lavoratore abbia prestato attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi, fatte salve diverse disposizioni di contratti collettivi. Il diritto di precedenza si riferisce alle assunzioni a tempo indeterminato effettuate dal datore di lavoro entro i successivi dodici mesi con riferimento alle mansioni già espletate in esecuzione dei rapporti a termine. Il periodo relativo al congedo di maternità, intervenuto nell'esecuzione di un contratto a termine presso la stessa azienda, concorre a determinare il periodo di attività lavorativa utile a conseguire il diritto di precedenza per le lavoratrici. Con le stesse modalità è riconosciuto alle medesime lavoratrici il diritto di precedenza anche nelle assunzioni a tempo determinato effettuate dal datore di lavoro entro i successivi dodici mesi, con riferimento alle mansioni già espletate in esecuzione dei precedenti rapporti a termine.

Il lavoratore assunto a termine per lo svolgimento di attività stagionali ha diritto di precedenza, rispetto a nuove assunzioni a termine da parte dello stesso datore di lavoro per le medesime attività stagionali.

In tutti i casi, per esercitare il predetto diritto di precedenza è necessario che il lavoratore manifesti in tal senso la propria volontà al datore di lavoro entro rispettivamente sei mesi (se il contratto a termine ha durata di almeno sei mesi) e tre mesi (in caso di attività stagionali) dalla data di cessazione del rapporto stesso e si estingue entro un anno dalla data di cessazione del rapporto di lavoro. Il diritto di precedenza deve essere espressamente richiamato nel contratto a termine.

In questa sezione potete trovare gli articoli sul contratto di lavoro a termine, sui limiti alla stipulazione del contratto, sulla disciplina del contratto di lavoro a termine e su specifiche caratteristiche del contratto.

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